Perché dovresti applicare il Risk Management in ambito calcistico
Secondo voi, qual è il vero momento in cui è impossibile smettere di apprendere qualcosa di nuovo e provare a fare qualcosa di diverso?
Per me, quel momento si chiama morte. Ma fino ad allora credo sia possibile iniziare a percorrere una nuova strada con stimoli nuovi e porsi nuovi obiettivi.
E tant’è che a 50 anni suonati mi sono rimesso a studiare qualcosa che adoro, che mi rende felice, che credo possa essermi d’aiuto nel migliorarmi in quell’ambito che ha accompagnato fino ad oggi i momenti del mio tempo libero: sono diventato un allenatore di calcio UEFA B.
Per me è stato importante raggiungere questo obiettivo per due motivi: il primo è che in questo sport in continua evoluzione c’è sempre qualcosa da imparare e soprattutto da trasmettere, contrariamente al pensiero di molti che ritengono che le partite siano tutte uguali; il secondo, e più importante, è che ho una gran voglia di dare il mio contributo per far partire un cambiamento in questo sport, che in Italia ha toccato il fondo con la mancata qualificazione, di nuovo, ai mondiali della nostra Nazionale.
Il lato Human del calcio dietro la Tecnica e gli Schemi
Il calcio per alcuni è solo tattica, per altri solo tecnica, per altri ancora solo schemi e per qualcuno opzioni.
Per me è soprattutto “essere umano”: il calcio è fatto di uomini e donne pensanti (definizione di Mr. Varrella: i giocatori sanno scegliere, i calciatori sanno calciare) che devono sapere scegliere la cosa migliore, aggiungo “secondo loro”, in quel frangente e agire.
E ogni essere umano è un mondo a sé stante, con emozioni proprie e volubili, con sentimenti propri che appaiono e scompaiono a seconda del momento, con un modo di ragionare talmente personale che niente e nessuno può capirlo davvero fino in fondo.
Mr. Varrella: i giocatori sanno scegliere, i calciatori sanno calciare
Il calcio e lo sport come terreno per coltivare la propria unicità
Ogni essere umano è così diverso da qualsiasi altro che è impossibile tracciare una mappa di “esseri” uguali, e nel calcio questa “diversità” va coltivata e sviluppata.
Si deve dare ad ogni “attore” coinvolto un ruolo importante e da protagonista, senza precludergli nessuna strada e nessuna scelta, senza forzare una decisione che potrebbe essere controproducente per la sua natura.
Insomma: si deve dare ad ognuno (giocatore, arbitro, dirigente) la possibilità di esprimere al meglio le proprie capacità, sfruttando quelle che sono le peculiarità innate e registrate nel DNA di ognuno.
È un processo molto lungo e ricco di imprevisti, ma il saperlo amministrare parte dalla consapevolezza che ogni rischio che si incontra può essere gestito nel miglior modo possibile per portare ad una soluzione che diventi duratura nel tempo e che generi i risultati prefissati, quindi anche opportunità.
Apprendere la Gestione del Rischio grazie allo sport
Se analizziamo il contesto, possiamo notare che ogni ambito porta al suo interno una gestione del rischio che va approfondita.
Partiamo per esempio dall’allenatore: quanti rischi corre nella conduzione di una squadra? Rispondo io: innumerevoli.
Primo fra tutti la gestione dei giocatori: conoscere meglio la natura profonda di ognuno lo aiuterebbe ad evidenziare le peculiarità di ogni singolo giocatore per ottenere il meglio senza mandarlo “in stress”.
In partita, per esempio, saper gestire il rischio derivante da una errata lettura della strategia dell’avversario che sta mettendo alle corde la propria squadra, può portare a delle scelte più oculate sui cambi di modulo o di giocatori, creando così l’opportunità di ribaltare la situazione.
L’approccio Risk Oriented per anticipare l’avversario e gestire le criticità
Anche Il giocatore che si trova a dover fare una scelta sulla giocata da effettuare è una situazione tipica di Risk Management applicato al calcio.
Pensare in anticipo se effettuare un controllo orientato ad eludere l’avversario, piuttosto che rischiare un 1c1 in una zona nevralgica del campo, consapevole del fatto che se lo vinco mi porto in superiorità numerica ma se lo perdo posso mettere in affanno la difesa è una strategia di gestione del rischio; così come la valutazione del contesto per decidere se trasferire il rischio appoggiandosi al compagno, eliminarlo calciando la palla più lontano possibile ma senza creare nulla di positivo per la sua squadra oppure tenerselo in carico ed effettuare uno dei gesti descritti in precedenza.
E ancora: un arbitro o un giudice di linea, quanta pressione subisce ad ogni decisione che deve prendere? Questi si che sono dei veri Risk Manager!!!!
Il giocatore che si trova a dover fare una scelta sulla giocata da effettuare rappresenta una situazione tipica di Risk Management applicato al calcio.
Ogni volta che si presenta un contrasto, un tocco di mano, una posizione sospetta, questi professionisti sono chiamati a fare una valutazione del contesto pressoché immediata, prendere una decisione e subirne le conseguenze, positive o negative, in funzione della squadra che subisce/beneficia della decisione.
Alla faccia del Risk Management!
Oggi viene in loro aiuto la tecnologia attraverso la moviola che, da un lato fa perdere la bellezza dell’immediatezza delle scelte e sminuisce la bravura dell’arbitro, ma al tempo stesso favorisce l’identificazione in tempo zero di quei comportamenti ritenuti “furbi” che macchiano la partita.
E cosa dire infine dei dirigenti chiamati a decidere il futuro economico di ogni società? Per loro il tempo gioca quasi sempre a favore, in quanto spesso possono ponderare le loro decisioni confrontandosi con altri membri del direttivo e valutare con più calma, ma con la stessa modalità che contraddistingue il Risk Management.
Risk Management e Analisi Biostrutturale: la chiave per gestire ogni tipo di rischio
Insomma, l’applicazione del Risk Management nel mondo del calcio e dello sport in generale è un passo fondamentale dal mio punto di vista. La scelta di studiare per diventare allenatore “patentato” è stata la diretta conseguenza di una valutazione del rischio legata al mio futuro come allenatore/educatore: rimanere fermo sulle mie conoscenze e sulla mia esperienza mi avrebbe portato ad un declino inesorabile.
Affiancare lo studio dell’Analisi Biostrutturale e del Metodo Structogram® a quello tecnico tipico degli allenatori professionisti e condire il tutto anche con una buona dose di Risk Management, fa sì che io possa dare il mio contributo ad un possibile, ma da me auspicato, cambiamento nel mondo del calcio, partendo proprio dai settori giovanili delle società dilettantistiche.
Io ci provo, consapevole del rischio che corro, ma certo che qualcosa di buono ne uscirà. E se quel poco, messo assieme ad un altro “poco” che qualche mio collega otterrà rischiando di mettersi in gioco, riuscirà a far cambiare lo stato di fatto del mondo del calcio, allora avrò raggiunto il mio obiettivo.
“Non mollare pà” è il mio mantra quotidiano forgiato per me dai miei figli. E guai a illudere i sogni di un figlio!!!
Ti piacerebbe saperne di più? Vuoi avere maggiori informazioni su come il Risk Management o l’Analisi Biostrutturale possono portare benefici all’interno della tua squadra? E se la tua squadra fosse la tua impresa? Parliamone davanti a un caffè.
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