Il patrimonio edilizio esistente: imparare a valorizzarlo
Quando cammino per strada, da buon architetto, mi capita di soffermarmi ad osservare gli edifici che compongono i nostri paesi e le nostre città: siamo in possesso di un patrimonio edilizio ampio e variegato che spesso non viene valorizzato e, ancora più spesso, viene lasciato allo “sbando”, senza nessun intervento volto a preservare quello che è il fabbricato e la sua funzione.
Ci ritroviamo spesso a preferire la nuova costruzione al riuso di strutture esistenti, siano esse interi edifici o singole porzioni, ma ci si è mai chiesto cosa comporta tale scelta?
Le risposte a questa domanda sono innumerevoli e legate ai più svariati argomenti: costruire un fabbricato nuovo comporta un investimento di energia e di risorse che a lungo andare si ripercuotono sulla popolazione.
Anche le Nazioni Unite, per rendere meno inquinante il settore delle costruzioni, propongono il riutilizzo degli edifici già esistenti e l’impiego di materiali edili più sostenibili.
Patrimonio edilizio esistente: i numeri in Italia
Per poter parlare concretamente, ci avvaliamo di alcuni dati riportati nello Smart Building Report del 2022: un documento redatto dal Politecnico di Milano che fotografa in modo chiaro ed inequivocabile la situazione italiana in merito al suo “parco edilizio”, fornendo un inquadramento dello stato di conservazione degli edifici in Italia. In realtà, il documento si pone l’obbiettivo di affrontare vari argomenti e tendenze che hanno caratterizzato il mercato dell’efficientamento energetico e digitale degli edifici in Italia.
Tornando ai numeri, nel nostro bellissimo paese abbiamo ben 13,5 milioni di edifici, di cui circa il 92% è residenziale e il rimanente 8% non lo è; di questi 13,5 milioni, più della metà è stato costruito prima del 1970: significa che abbiamo edifici, tutt’ora utilizzati, che hanno più di 50 anni.
Ma quanti di questi edifici non è più utilizzato? Se parliamo di interi fabbricati, possiamo arrivare a circa 2 milioni, senza contare 7 milioni di case vuote e circa 120 mila fabbriche e capannoni in disuso.
Gli incentivi attuali ed i loro obiettivi
Oggi in Italia tutti parlano di “Superbonus”, “Ecobonus”, detrazioni fiscali al 65% o al 50%; ognuno di questi incentivi mira a “conservare” in modo strategico il patrimonio edilizio: attraverso una serie di possibili interventi, regolati dai vari decreti di riferimento, aiutano le persone a prendersi cura della propria casa sia al suo interno che all’esterno.
Le opere che vengono incentivate mirano principalmente a migliorare l’involucro dell’abitazione, composto da muri esterni e serramenti, e la sua impiantistica, come quella del riscaldamento, per avere un maggior comfort energetico al suo interno e risparmiare di conseguenza sui costi fissi di gestione della casa, come le bollette.
Inoltre, con alcuni di questi “bonus”, si ha la possibilità di intervenire in maniera concreta anche all’interno della casa o dell’ufficio: se volete finalmente creare l’open space dei vostri sogni unendo il soggiorno e la cucina, fateci un pensierino!
Tornando a noi, nonostante i molti problemi, fiscali e di disponibilità di materie prime o di mano d’opera avuti durante i loro esordi, gli interventi proposti da queste direttive governative hanno avuto un boom di utilizzo importante e, ancora oggi, quando possibile, vengono sfruttati dai più per risparmiare sul costo puro della ristrutturazione.
Valorizzare quello che abbiamo e come farlo in modo attento
Come possiamo allora agire ed aiutare il nostro bel paese a non diventare saturo di edifici inutilizzati o mal gestiti ed abbandonati? Sono molte le soluzioni che si possono adottare: in primis è bene valutare se è strettamente necessario costruire una casa (o ufficio, o sede aziendale) su un terreno agricolo reso edificabile oppure se possiamo trovare un’alternativa sostenibile. Se l’alternativa c’è, e vi assicuro che ce ne sono talmente tante da avere l’imbarazzo della scelta, allora è bene programmare e attuare una strategia per recuperare al meglio la nostra alternativa, facendola diventare la costruzione dei nostri sogni e delle nostre necessità.
Per poter realizzare tutto ciò, è buona prassi affidarvi ad un architetto, il quale possa realizzare prima su carta e poi in cantiere un progetto adatto alle vostre esigenze, avendo come ulteriore obiettivo la valorizzazione di quanto in vostro possesso.
Questo vi permetterà di ridurre numerosi rischi che si potranno ripercuotere sulle generazioni future, come il consumo di suolo o il decentramento della popolazione. Vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti un paese senza giardini e campagne? Direi di no. Pertanto, è preferibile cercare di analizzare i pro e i contro di costruire a nuovo, con i rischi del caso che in parte possono essere gestiti.
Questo è un argomento sensibile, pertanto ne parleremo ancora approfondendo la questione e cercando di aiutarvi a compiere una scelta consapevole per il vostro futuro.
In sostanza, siamo pieni di edifici che spesso non sono valorizzati come dovrebbero o vengono completamente abbandonati e lasciati alla mercè del tempo. Grazie ai bonus presenti in Italia, oggi è possibile programmare e realizzare degli interventi che mirano principalmente a migliorare il comfort energetico dell’edificio. Questo è uno dei modi per valorizzare e preservare quanto già presente nel nostro territorio, gestendo così i rischi che potrebbero derivare dalle nuove costruzioni.
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