La Nuova Frontiera Dell’ESG – 2 STEP: Emmò So Gazzi… Social
Se son rose roseranno, se son social socializzeranno; se son imprenditor tricotico, i capelli spariranno… (stress da strappamento incondizionato o uso di sostanze shampizzanti inadeguate).
Nel precedente scritto ho affrontato la fragilità e la mancanza di consapevolezza dei veri concetti di questo acronimo.
Ora lasciatemi affrontare il tema più spinoso che ancora aziende e professionisti hanno tralasciato di considerare ma che sta alla base di qualsiasi concetto si voglia affrontare in qualsivoglia azienda (e considererei azienda anche la famiglia in cui viviamo, la società sportiva in cui prestiamo volontariato, ecc.).
S di Social. Ma social che?
Pensate sia sufficiente regalare un abbonamento alla palestra ai collaboratori per sentirvi la coscienza in ordine con i punti dell’agenda 2030 (sicuramente assolve ad uno o più punti dell’agenda, ma posso ritenermi conforme)?
Oppure istituire il servizio di psicologo aziendale (così mi riferirà di chi sta male in azienda e perché, e posso decidere se lasciarlo a casa o meno – inconsapevole del fatto che esiste il segreto professionale da parte delle figure preposte…).
E via di questo passo.
L’Approccio Sostenibile e l’Agenda 2030
Vi riporto un paio di dichiarazioni estrapolate da vari “report di sostenibilità” o “bilanci di sostenibilità” che iniziano a spopolare sul web:
“Società Pinco Pallino ha presentato il primo Bilancio di Sostenibilità del Gruppo – e già mi piace l’uso delle maiuscole… – In un anno l’azienda ha ridotto i consumi energetici dell’X% e le emissioni sono scese del YY%, inoltre ha fatto segnare un +ZZ% nel recupero dei rifiuti.” (ho volutamente omesso di inserire i dati corretti per evitare che si possa risalire al nome dell’azienda effettiva)
“Società Pallino Pinco (riporto solo i dati relativi all’ambito da loro definito ‘People’ tralasciando il Pianeta e la Prosperità)
Risultati 2022
- Dipendenti: XX% donne; YY% dirigenti e quadri donne (entrambi i valori maggiori del 50%)
- Formazione: +ZZ% rispetto all’anno precedente (valore di gran lunga inferiore al 50%)
Obiettivi al 2030
“Welfare, Salute e Sicurezza, Attrazione dei talenti, Diversità, Human Capital Development, Equità e Inclusione, Women Empowerment, Formazione” (e anche qui sono attratto dall’uso a mio avviso ben calcolato delle maiuscole che ho riportato integralmente…)
Grandi numeri in doppia cifra, gran belle parole, addirittura scritte e rese pubbliche…
Impatto Effettivo dell’ESG
Ma quanto impattano effettivamente in termini di obiettivi e di risultati sui bilanci delle aziende che le pubblicano?
E soprattutto: quanto rendono conformi agli obiettivi dell’agenda 2030?
Azzardo: ogni punto dell’agenda è in relazione con l’aspetto Social e in pochi, o forse meno, hanno la consapevolezza che se un collaboratore si ritiene insoddisfatto – per ciò che in definizione e numericamente l’individuo ritiene essere soddisfacente l’ambito/necessità di cui si tratta – qualsiasi altro concetto legato all’Environmental e alla Governance risulta di complicata risoluzione.
ESG e la Responsabilità Aziendale
Qualcuno potrebbe obiettare che per alcuni punti la responsabilità è solo ed esclusiva competenza di personaggi politici che decidono per nome e conto nostro; quindi scarto questi punti dal mio elenco di cosa posso fare o meno.
Ma forse qualcosa sfugge.
Prendiamo ad esempio l’obiettivo nr. 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.
Se restiamo su questo piano “alto” possiamo dirci che qualcosa l’imprenditore è in grado di ipotizzare come un obiettivo numericamente perseguibile; ma i “redattori” dell’agenda hanno voluto complicare la vita agli esseri umani e ha “splittato” il punto 3 in 13 sottopunti – che poi qualcuno mi spiegherà perché i numeri vanno dal 3.1 al 3.9 e poi dal 3.a al 3.d!
E per caso, prendiamo il 3.5: Rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol.
Possiamo affermare con certezza che si tratta di un obiettivo ad esclusiva responsabilità dei capi di stato? O qualsiasi imprenditore potrebbe dire la sua?
Il Ruolo dell’Imprenditore
Mi metto nei panni dell’imprenditore: dico la mia.
Inizio a guardare a come è stata finora la situazione nella mia azienda solo per dare un numero ai casi di collaboratori che hanno dovuto affrontare l’allontanamento dall’azienda causato da abuso di sostanze stupefacenti o consumo nocivo di alcol; scopro che nei 10 anni precedenti su una media di collaboratori/anno pari a 1000, in 5 sono stati dichiarati inidonei per tali cause.
Già un ottimo inizio: ho dei numeri da cui partire.
Migliorare il Benessere dei Dipendenti
Ora dovrei fare qualcosa per evitare che succeda di nuovo.
Ed inizio a chiedermi se la situazione è scaturita da un’insoddisfazione sul luogo di lavoro o meno; questionario anonimo conoscitivo commissionato ad una società blasonata da somministrare a tutti i collaboratori per evidenziare eventuali punti di criticità su cui lavorare. Ma il risultato è agghiacciante: grado di soddisfazione dell’ambiente lavorativo al 97%; il 3% dichiara che vedrebbe di buon grado un frigorifero maggiormente pieno di leccornie e l’acquisto di carta igienica a 3 strati piuttosto che 2!
Interpretare le Risposte dei Dipendenti
Ma le risposte nascondono verità che la semplice classificazione numerica è incapace di evidenziare…
Ed è qui che dovrei lavorare, cercando di capire come una risposta che un collaboratore ha dato va interpretata. Esempio.
Domanda a risposta libera – Immagina di essere tu a capo dell’azienda: cosa faresti per rendere il tuo compito all’interno del gruppo di lavoro meno stressante e più proficuo, evitando così di incappare in situazioni di stress che porterebbero a compromettere la tua capacità cognitiva e/o produttiva?
Risposta 1: Farmi diventare il capo dell’ufficio; farei raggiungere all’azienda numeri da capogiro.
Risposta 2: Istituirei la riunione del team ogni lunedì mattino in cui si discuteranno i risultati della settimana precedente, magari accompagnando con del caffè e dei pasticcini per creare un’atmosfera degna di un team di lavoro collaborativo; almeno una volta al mese trovare il tempo per una cena aziendale così da rendere partecipi tutti del lavoro che stiamo portando avanti. Inoltre, ritengo un segno distintivo poter avere una sorta di divisa aziendale per far sentire tutti parte di un gruppo e far percepire a chi ci vede dall’esterno che siamo una squadra a tutti gli effetti.
Risposta 3: – Aumentare la luminosità delle luci degli uffici;
- Rifare le strisce dei parcheggi auto nel piazzale;
- Aggiornare le postazioni pc con i software di ultima generazione;
- Acquisto carta igienica di bambù;
- Richiamare la sig.ra Rossi ad un uso più decente del suo abbigliamento;
- Recapitare al sig. Bianchi una fornitura di deodorante.
Migliorare il Benessere dei Dipendenti
E ora chi mi aiuta a dare un numero da incasellare nel rapporto finale per stabilire se sto correttamente adempiendo ai requisiti del punto 3.5?
Chi dei 3 è sull’orlo di una crisi di nervi tale da indurla/o ad abusare di sostanze diverse dallo zafferano nel risotto alla milanese?
E via di contratti con società di consulenza specializzate in questo o quello ma che difficilmente sapranno darmi una interpretazione plausibile delle risposte per capire se e cosa posso fare per rafforzare la prevenzione e il trattamento dell’abuso di sostanze ecc. ecc.
E quanto impatterà questa mia scelta sull’investimento che sto per fare nel nuovo sistema di climatizzazione a cogenerazione che mi farà risparmiare un sacco di soldi e mi farà guadagnare punti nel ranking della sostenibilità ma che mi costringerà a dover fare i conti con dei collaboratori insoddisfatti e per di più da sostituire perché inidonei al ruolo per il quale li ho assunti?
Il Dilemma ESG
Che dilemma sta ESG…
Ma devo per forza adeguarmi? Posso semplicemente scrivere in alternativa che aumenterò il benessere dei collaboratori “attraverso politiche sociali fatte di programmi di wellness attivo e partecipativo mirato al soddisfacimento dei bisogni più intimi” (carta igienica a 3 strati)?
Un Approccio Cosciente
Questo è quello che, secondo il mio personalissimo punto di vista, succederà da qui a qualche anno fintanto che sarà prassi comune da parte di molti lavarsi la coscienza con sistemi e strumenti cosiddetti di greenwashing a scapito di chi ci crede e che è consapevole che anche il suo piccolo contributo possa servire alla causa comune.
Che è quella di fare il possibile e l’impossibile per migliorare la situazione e renderla il più consona possibile ad uno sviluppo sostenibile e duraturo.
“Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe”. (Madre Teresa di Calcutta)
Se vi va di continuare a leggermi, mettete un promemoria; se vi va di commentare mettete un commento. Se vi va di fare nuovamente aperitivo: fatelo! È sempre più “social based and focus oriented” condividere con amici un momento conviviale magari preparato dai miei barman preferiti!
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